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Il lungo viaggio del vino Gavi

Gavi wine piedmont

Il marchese Giovanni Andrea Doria aveva impugnato lo stilo con la sicurezza del commerciante e la visione dell’imprenditore. Voleva assicurarsi, con il fattore delle sue tenute, che il vino cortese – quello di cui si parlò per la prima volta in un carteggio del XVII secolo – potesse essere caricato su un bastimento. La direzione era l’Atlantico oscuro, la rotta delle colonie, quel mare che separava l’Europa dal mondo nuovo. Il bastimento per le Americhe e anco a Roma ne deve andare.

La direzione che per sempre caratterizzerà il destino del vino Gavi: il bianco elegante che nasconde il sapore della pera e del cedro, apprezzato in Italia e – soprattutto – all’estero.

 

Vino Gavi: territori e storia

 

Era il 1782. In quel carteggio, c’è la testimonianza che le tenute del vitigno cortese (che soltanto nel Novecento accosterà il suo nome a quello del suo territorio d’origine, la città di Gavi, in provincia di Alessandria) erano attratte quasi naturalmente dall’internazionalizzazione. I mercanti italici avevano intuito già da tempo il possibile binomio tra l’ottimo prodotto del territorio e il fruitore dell’altro continente.

Il marchese Doria, insomma, era una sorta di antesignano dell’idea che ha fatto scattare la scintilla in Alessandro Berselli: far conoscere l’Italia nel mondo attraverso il proprio vino. Il vino Gavi – non è affatto un prodotto scontato e nei secoli sono stati altri i marchi che hanno avuto successo nei meccanismi spesso imperscrutabili dell’export.

Ma la testimonianza del marchese Doria dimostra come ci fosse quasi una predisposizione ancestrale del mercato mondiale rispetto a questo bianco di Piemonte.

Lo spirito pionieristico si conserva nel vino Gavi D.O.C.G. della linea Tenuta Arbéta, nel suo palato persistente, in ogni riflesso verdolino che dà profondità al giallo tenue che si intravede dalla bottiglia slanciata scelta per la linea. Alle colonie americane che avevano da poco chiesto l’Indipendenza dalla madrepatria, mancava ancora qualche anno per conoscere e sperimentare la democrazia.
Il vino cortese, invece, lo avevano già conosciuto. 

 

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