Alessandro Berselli

“30 anni di vino, ricerca, dedizione.”

Il vino si beve insieme, il vino si fa insieme. Da sempre.

Alessandro Berselli calpesta i terreni dei vigneti italiani da 30 anni. Quante cose sono cambiate, in questi 30 anni. Fogli sul calendario che scorrono via al ritmo di una vendemmia. Guarda, taglia, metti via, prima che faccia buio, prima che piova.

Negli anni Ottanta il vino italiano era un’altra cosa. Era un diamante grezzo e nascosto. Di là, dall’altra parte, c’erano i vinificatori francesi, che riuscivano a trasformare in oro tutto quello che toccavano. Che raccontavano le loro storie al mondo, mentre il mondo pendeva dalle loro labbra. Gli imprenditori italiani come Alessandro Berselli, invece, dovevano macinare chilometri, viaggiare, convincere. Prima di vincere, ovviamente.

La materia prima c’era, indubbiamente. Perché 350 varietà autoctone di uve, le mani dei nostri contadini, la loro esperienza, i loro riti non sono cose che vengono fuori dal nulla. Erano un patrimonio, uno scrigno impolverato che bisognava tirare fuori.

Se devi recuperare terreno, hai bisogno di due cose. Innanzitutto, di una formazione che ti faccia comprendere che la tradizione è meravigliosa se la sai contestualizzare nel tempo in cui vivi. Poi, c’è la tua anima appassionata: le vene come i filari, il cuore che batte in sincrono con le stagioni. Significa che sai emozionarti di fronte all’errore perfetto di un grappolo: forme mai uguali, gusti intensi allo stesso modo.

Insieme abbiamo venduto 50 milioni di bottiglie in tutto il mondo, insieme siamo riusciti a tirar fuori i vini italiani dagli anni Ottanta e a trasformarli da suggestione in visione. Con la nostra azienda, riusciamo a mettere insieme – sotto le insegne di Alma Wines – differenti patrimoni, seguendoli dal vigneto all’imbottigliamento, passando per la migliore strategia di distribuzione.

Il bello è riuscire ancora a sorprendersi – sempre tutti insieme, sempre con lo stesso entusiasmo – di fronte a nuove uve, a nuovi blend, a nuovi metodi di produzione. Rendiamo moderna la tradizione, la studiamo e la perfezioniamo attraverso i nuovi saperi.

È il nostro modo di sdebitarci: il territorio ci dà corpo, noi gli restituiamo l’anima.

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