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Il tranello del vino Barolo

vino barolo

Che forma ha il grappolo del Barolo?” – è la classica domanda a trabocchetto da fare all’amico che, a cena, prova a fare l’intenditore di vino, imitando i movimenti da sommelier che vede in televisione. Già, perché quello del vino Barolo è sempre il grande tranello, la trappola che contraddistingue quella che potremmo definire “didattica enologica” italiana.

È importantissimo sapere, infatti, che alla base di uno dei prodotti che ci identifica nel mondo c’è la differenza tra vitigno e vinificazione.

Per poter essere pronti a consigliare una buona bottiglia di vino Barolo D.O.C.G. – Tenuta Arbéta infatti, dobbiamo possedere questa informazione preliminare: non esiste un’uva “Barolo”.

 

Vino Barolo: vitigno e curiosità

Il nome di uno dei vini più noti delle cantine italiane identifica innanzitutto un territorio geografico ben definito (sicuramente il comune di Barolo, ma anche la sua area circostante) e poi una tecnica molto complessa di vinificazione che noi seguiamo alla lettera.

Un buon metodo per ricordare il vitigno di riferimento per questo straordinario cadeau della nostra terra è senz’altro quello della “licenza poetica”. Il vino Barolo fa rima con Nebbiolo, al 100%. Impossibile sbagliarsi. Bacca nera, leggero velo sull’acino (la nebbia nel nome e nel grappolo, insomma), altissima qualità: nulla racchiude la complessità delle Langhe in così poco spazio come fa un acino di Nebbiolo. Il resto riguarda il metodo di vinificazione e un disciplinare molto severo, che ben si adatta alla sua nobiltà.
Degli undici comuni interessati – in tutto o in parte – dalla produzione di Barolo, Alessandro Berselli ha scelto La Morra e Castiglione Faletto per i vigneti del suo Barolo – Tenuta Arbéta.

Vino Barolo Tenuta Arbéta

La temperatura massima di fermentazione, per tutti i 20 giorni relativi alla durata del processo, non deve mai superare i 30 °C; l’affinamento avviene in botti di rovere francese per almeno 24 mesi. È il rispetto che si concede al vino Barolo, alla sua storia, a quei selezionati produttori che sono in grado di spendersi in un’impresa titanica che è quella di portare in un calice (gli esperti ne consigliano uno panciuto, non eccessivamente slanciato) tutto il bouquet di questo vino, il suo sentore di spezie, il pizzico di vaniglia che si coglie sul finale.

 

Vino Barolo Tenuta Arbéta

E allora forse, a parte il divertissement di inizio articolo, il vero tranello del vino Barolo è proprio questo: riuscire a dimostrare che da una stessa uva (con il Nebbiolo si producono almeno altri 19 vini) si può ricavare un gusto realmente identitario.

Superarlo ti proietta direttamente nel cuore dell’imprenditoria del vino italiano. O tra i suoi amanti più competenti.

 

 

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